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L’Agenzia Internazionale per l’Energia ed il Worldwide Energy Outlook 2011.


SIMONETTA SANDRI*

L’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ha recentemente adottato il Worldwide Energy Outlook (WEO), che descrive i trend energetici e climatici mondiali in un momento di scenari preoccupanti tanto da un punto di vista economico-finanziario che, conseguentemente, ambientale.

Già l’esordio – “se non cambiamo presto direzione, finiremo esattamente dove siamo diretti” – dà un’idea delle problematiche che il sistema energetico mondiale si troverà ad affrontare da qui al 2035. Certamente vi saranno anche delle opportunità da cogliere, ma l’analisi si mantiene preoccupante. In particolare, va rilevato come nel 2010 la domanda di energia primaria sia tornata a crescere del 5%, spingendo le emissioni di CO2 a nuovi massimi storici. Nonostante ciò, il numero di persone ancora senza accesso all’energia elettrica rimane alto, 1,3 miliardi, ovvero circa il 20% dell’attuale popolazione mondiale. Situazioni come quella di Fukushima o delle rivoluzioni del Medio Oriente e del Nord Africa (MENA) hanno poi risollevato dubbi sulla sicurezza ed affidabilità delle forniture energetiche.

Per ritornare al contenuto del rapporto, esso indica che si dovrebbe passare dallo scenario Politiche Attuali – scenario di riferimento con le misure che i vari governi hanno adottato fino a metà 2011 – a quello Nuove Politiche, in cui si considerano tutti gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra derivanti dalle misure di cui agli accordi di Cancun, G-20 e APEC da qui al 2020, per arrivare allo Scenario di Stabilizzazione entro il 2035, che porta ad un percorso energetico coerente con l’obiettivo di limitare l’aumento a lungo termine della temperatura media globale terrestre entro i 2 C°.

In un quadro internazionale complesso ed a più velocità va rilevato, infatti, che i Paesi che aderiscono al protocollo di Kyoto coprono solamente il 20% degli schemi di riduzione previsti e che restano ancora escluse le grandi economie consolidate, come quella statunitense, e quelle emergenti dei c.d. BRIC (Brasile, Russia, India e Cina). Emissioni di gas ad effetto serra e ciclo economico sono e restano strettamente correlate. La Cina, in particolare, che consolida la sua posizione di maggior consumatore mondiale di energia1, per quanto abbia volontariamente deciso di ridurre la propria intensità energetica, non vuole assoggettarsi a vincoli internazionali. Il ruolo critico dei governi nel delineare il futuro energetico resta la pietra miliare di ogni riflessione ed evoluzione sul tema.

Ora, per entrare un po’ di più nei dettagli del rapporto in questione, esso si articola in 4 sezioni.

Nella prima vengono descritti i trend energetici mondiali dal lato della domanda e dell’offerta e le implicazioni in termini di investimenti ed emissioni di CO2. I vari capitoli sono dedicati alle singole fonti energetiche: petrolio, gas, elettricità e rinnovabili. La fine del petrolio a buon mercato (si stima un costo al barile di oltre 210 dollari nominali al 2035) caratterizza uno degli elementi principali dei futuri scenari energetici mondiali, unitamente ad un’attesa età dell’oro del gas. Dall’area MENA deriverà il 90% dell’incremento di offerta2, mentre sul fronte gas, la fonte fossile più pulita, si ipotizza un aumento del consumo in tutti e tre gli scenari descritti.

La seconda sezione e’ incentrata sulla Russia e in particolare sulle criticità e prospettive del suo settore energetico, alla luce di vaste risorse ed enorme potenziale. Vengono analizzati i settori del petrolio, del gas e del non-convenzionale con i relativi trend.

La terza sezione viene invece dedicata al carbone, combustibile maggiormente abbondante al mondo con riserve equivalenti a 150 anni di produzione. Il suo utilizzo salirà al 65% nel 2035.

Conclude il rapporto la quarta sezione, dedicata a tre temi speciali: il c.d. “low nuclear case” (conseguenze di un rallentamento dell’utilizzo del nucleare), il tema degli investimenti necessari per l’accesso alle moderne forme di energia da parte delle popolazioni più povere ed un’analisi sui sussidi alle fonti fossili e gli incentivi alle energie rinnovabili, con conseguente impatto sulle dinamiche energetiche, economiche ed ambientali mondiali3.

In generale, la quota del rinnovabile, idroelettrico escluso, nella generazione elettrica mondiale cresce dal 3% nel 2009 al 15% nel 2035, sostenuta da sussidi annuali che aumentano a 180 miliardi di dollari, ossia di quasi 5 volte. Cina ed Unione Europea guidano l’espansione di tali fonti, contribuendo a circa il 59% della crescita totale.

In termini di accesso all’energia, infine, l’obiettivo finale dovrebbe essere quello di pervenire all’accesso universale entro il 2030, per cui sarà necessario investire circa 48 miliardi di dollari l’anno. In tale direzione, le Nazioni Unite hanno definito il 2012 come l’”Anno Internazionale dell’Energia Sostenibile per Tutti” e il vertice Rio + 20 rappresenterà un’importante opportunità per muoversi in tale direzione.

* Environment manager presso Eni exploration & production – SEQ – AMTE.

Da qui al 2035, essa consumerà energia per circa il 70% in più degli Stati Uniti.
2  In generale si stima un aumento della domanda di petrolio da 87 milioni di barili / giorno nel 2010 a 99 milioni di barili / giorno nel 2035, dovuto, per la maggior parte ad un aumento proveniente dal settore trasporti delle economie emergenti.
3  Una serie di allegati correda il rapporto, contenenti i dati relativi ai trend energetici globali (parte A), un panorama sui trend russi (parte B), uno sul mercato del carbone (parte C) ed uno sui temi speciali (parte D).

Pubblicato su Osservatorio AD il 20/12/2011