* DIRITTO DELLâENERGIA â Impianti fotovoltaici â Installazione in aree agricole â Autorizzazione – Associazione di agricoltori â Ricorso – Lamentata sottrazione di suolo allâagricoltura â InammissibilitĂ â Art. 12, c. 7 d.lgs. n. 387/2003 â D.M. 10/09/2010 – CompatibilitĂ dell’installazione con la destinazione agricola dei suoli.
Provvedimento: Sentenza
Sezione: 2^
Regione: Veneto
CittĂ : Venezia
Data di pubblicazione: 23 Novembre 2012
Numero: 1439
Data di udienza: 7 Novembre 2012
Presidente: Urbano
Estensore: Fenicia
Premassima
* DIRITTO DELLâENERGIA â Impianti fotovoltaici â Installazione in aree agricole â Autorizzazione – Associazione di agricoltori â Ricorso – Lamentata sottrazione di suolo allâagricoltura â InammissibilitĂ â Art. 12, c. 7 d.lgs. n. 387/2003 â D.M. 10/09/2010 – CompatibilitĂ dell’installazione con la destinazione agricola dei suoli.
Massima
TAR VENETO, Sez. 2^ – 23 novembre 2012, n. 1439
DIRITTO DELLâENERGIA â Impianti fotovoltaici â Installazione in aree agricole â Autorizzazione – Associazione di agricoltori â Ricorso – Lamentata sottrazione di suolo allâagricoltura â InammissibilitĂ .
Eâ inammissibile, per lâassenza di una posizione dâinteresse qualificato e differenziato, il ricorso proposto dalla Coldiretti nei confronti di unâautorizzazione alla costruzione e allâesercizio di un impianto fotovoltaico. La lamentata riduzione dei terreni destinabili alle colture agricole, astrattamente ipotizzabile per effetto dellâinstallazione in tali aree di pannelli fotovoltaici, non è infatti conseguenza dei provvedimenti autorizzatori, bensĂŹ, semmai, della stessa scelta di incentivare la produzione di energia pulita effettuata a livello nazionale e prima ancora europeo; potendo, difficilmente, gli impianti fotovoltaici essere collocati altrove rispetto alle aree agricole che, per la loro conformazione, presentano una naturale idoneitĂ ad ospitare pannelli fotovoltaici.
Pres. Urbano, Est. Fenicia – Federazione Coldiretti del Veneto e altri (avv.ti Orsoni e Romeo) c. Regione Veneto (avv.ti Zanon e Zanlucchi) e Comune di Canaro (avv.Ciolino)
DIRITTO DELLâENERGIA â Impianti fotovoltaici â Installazione â Aree agricole â CompatibilitĂ â Art. 12, c. 7 d.lgs. n. 387/2003 â D.M. 10/09/2010.
Dal contesto normativo vigente (cfr. lâart. 12, c. 7 d.lgs. n. 387/2003, secondo cui gli impianti in oggetto âpossono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanisticiâ e le âlinee guida per lâautorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabiliâ, dettate dal D.M. 10 settembre 2010, che vietano alle Regioni di considerare le aree agricole, in quanto tali, non idonee allâinstallazione di impianti fotovoltaici) emerge una naturale compatibilitĂ della destinazione agricola dei fondi con lâinstallazione e lâesercizio degli impianti alimentati da fonti rinnovabili. SpetterĂ poi alle Regioni ed ai Comuni, nellâesercizio della propria discrezionalitĂ in materia di governo del territorio, rispettivamente, lâindividuazione di aree c.d. non idonee, da una parte, e di quelle specificamente destinate ad impianti, dallâaltra. Fermo restando, tuttavia, che, in assenza di unâespressa previsione localizzativa nel PRG comunale, gli impianti fotovoltaici possono essere localizzati in tutte le zone agricole del territorio comunale.
Pres. Urbano, Est. Fenicia – Federazione Coldiretti del Veneto e altri (avv.ti Orsoni e Romeo) c. Regione Veneto (avv.ti Zanon e Zanlucchi) e Comune di Canaro (avv.Ciolino)
Allegato
Titolo Completo
TAR VENETO, Sez. 2^ - 23 novembre 2012, n. 1439SENTENZA
TAR VENETO, Sez. 2^ – 23 novembre 2012, n. 1439
N. 01439/2012 REG.PROV.COLL.
N. 00665/2010 REG.RIC.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto
(Sezione Seconda)
ha pronunciato la presente
SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 665 del 2010, integrato da motivi aggiunti, proposto da:
Federazione Coldiretti del Veneto, in persona del Presidente pro tempore, Giuseppe Guarise e Stefano Guarise, rappresentati e difesi dagli avv.ti Giorgio Orsoni e Mariagrazia Romeo, con domicilio eletto presso lo studio di questâultimi in Venezia, S. Croce, 205;
contro
Regione Veneto, in persona del Presidente pro tempore, rappresentata e difesa dagli avv. Ezio Zanon e Francesco Zanlucchi, domiciliata presso lâavvocatura regionale in Venezia, Cannaregio, 23;
Comune di Canaro, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dall’avv. Michele Ciolino, con domicilio eletto presso lo studio dellâavv. Giorgio Pinello in Venezia, San Polo, 3080/L;
nei confronti di
Enersol Srl, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avv. Vittorio Domenichelli, Giuseppe Scuglia, Franco Zambelli, con domicilio eletto presso lo studio di questâultimo in Venezia-Mestre, via Cavallotti, 22;
AutoritĂ di Bacino del Fiume Fissero – Tartaro â Canalbianco, in persona del legale rappresentante pro tempore, non costituita in giudizio;
per l’annullamento
della DGRV n. 740 del 15.3.2010 avente ad oggetto “autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica con potenza di picco 48 MWp – Comune di Canaro (RO), localitĂ Saline, ai sensi dell’art. 12, commi 3 e 4 del Dlgs 29.12.2003 n. 387″, nonchè dei pareri resi dall’AutoritĂ di Bacino del fiume Fissero – Tartaro – Canalbianco il 5.11.2009 dal comune di Canaro il 6.11.2009, dei verbali della Conferenza dei servizi indetta dalla Regione Veneto del 6.11.2009 e del 10.3.2010 e della DGRV n. 2204 dell’8.8.2008 avente ad oggetto”disposizioni organizzative per l’autorizzazione, l’installazione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”, della DGRV n. 4070 del 30.12.2008 avente ad oggetto “impianti di energia da fonti rinnovabili – impianti idroelettrici – DGR 2204/08 – disposizioni procedurali”.
Visti il ricorso, i motivi aggiunti e i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio di Regione Veneto e di Comune di Canaro e di Enersol Srl;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nell’udienza pubblica del giorno 7 novembre 2012 il dott. Nicola Fenicia e uditi per le parti i difensori Romeo in sostituzione di Orsoni per i ricorrenti, Cusin in sostituzione di Zanon per la Regione Veneto e Scuglia per la S.r.l. Enersol.;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
FATTO
Con provvedimento della Giunta della Regione Veneto n. 740 del 15 marzo 2010, emessa in esito ad apposita conferenza di servizi, la Enersol s.r.l. è stata autorizzata, ex art. 12 D.lgs 387/03, alla realizzazione ed allâesercizio, su area di circa 120 ha, insistente su z.t.o. agricola E2, di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica in Comune di Canaro, loc. Saline.
Avverso tale autorizzazione hanno proposto ricorso i signori Giuseppe e Stefano Guarise, rispettivamente proprietario ed affittuario di unâarea agricola, coltivata a cereali, limitrofa a quella interessata dallâimpianto, nonchĂŠ la Federazione Coldiretti del Veneto.
A sostegno del gravame i ricorrenti hanno dedotto lâillegittimitĂ dellâautorizzazione unica per violazione dellâart. 44 della L.R. 11/04 e dellâart. 30 delle N.T.A. del P.R.G., norme che non contemplano tra gli interventi ammessi in zona agricola la realizzazione di un impianto fotovoltaico, bensĂŹ, solo interventi funzionali allâattivitĂ agricola.
Inoltre, hanno eccepito la violazione dellâart. 17 della L. 241/90 e il difetto di istruttoria, non essendo stato acquisito il parere del Consorzio di Bonifica Padana Polesana, invocato dallâautoritĂ di Bacino del fiume Fissero â Tartaro â Canalbianco in sede di rilascio del proprio parere.
Con il terzo, quarto e quinto motivo, i ricorrenti hanno evidenziato alcuni profili di illegittimitĂ della DGRV 2204/08, anchâessa impugnata con il presente ricorso e che costituisce lâatto presupposto della delibera di autorizzazione.
In particolare, i ricorrenti sostengono che con tale delibera la Giunta Regionale avrebbe consentito lâedificazione su terreni agricoli, anche da parte di coloro che non sono imprenditori agricoli, introducendo surrettiziamente una modifica dellâart. 44 della L.R. 11/04 ed invadendo la competenza del Consiglio Regionale.
Infine, con ricorso per motivi aggiunti, i ricorrenti hanno dedotto la falsa applicazione dellâart. 12 del D.lgs. 387/03, avendo la Regione autorizzato la realizzazione dellâimpianto senza la previa emanazione delle linee guida ministeriali, cui era demandato il compito di dettare le disposizioni per lo svolgimento del procedimento autorizzativo e per lâindividuazione dei siti non idonei.
Si sono costituiti in giudizio la Regione Veneto, il Comune di Canaro e la Enersol srl, eccependo il difetto di legittimazione attiva dei ricorrenti e contestando, nel merito, la fondatezza del ricorso.
Con ordinanza emessa allâesito della camera di consiglio del 6 maggio 2010, confermata in grado di appello, il Collegio ha rigettato lâistanza di sospensiva.
Allâudienza del 7 novembre 2012, allâesito della discussione, il ricorso è stato assunto in decisione.
DIRITTO
Preliminarmente, deve essere esaminata lâeccezione di difetto di legittimazione attiva dei ricorrenti.
I signori Giuseppe e Stefano Guarise asseriscono sul punto che il loro interesse ad impugnare lâautorizzazione unica in oggetto e le due delibere di giunta presupposte, deriverebbe, innanzitutto, dalla loro qualitĂ , rispettivamente, di proprietario e affittuario di unâarea agricola situata nelle vicinanze a quella interessata dallâimpianto fotovoltaico.
Inoltre, hanno prospettato anche un danno potenziale, costituito dalla limitazione delle possibilitĂ di sviluppo delle loro attivitĂ , conseguente al progressivo ridimensionamento delle aree agricole destinate alle colture e al progressivo aumento dei prezzi dei terreni agricoli, causati dellâinstallazione degli impianti fotovoltaici.
Ritiene il Collegio che tali generiche circostanze, oltre ad essere indimostrate, non siano comunque idonee a radicare un interesse qualificato e differenziato in capo a signori Guarise, suscettibile di tutela giurisdizionale.
Infatti, i due ricorrenti persone fisiche non sono titolari di un fondo confinante con quello di proprietĂ della Enersol, ma solo di unâarea situata nelle vicinanze (a distanza di circa 1 km, come allegato dalle parti resistenti), e tale circostanza, di per sĂŠ, non può essere sufficiente a radicare un interesse allâimpugnazione, dovendo sempre fornire il ricorrente la prova concreta del pregiudizio specifico inferto dagli atti impugnati alla propria sfera giuridica (cfr. TAR Veneto, sez. II n. 959/2012).
Peraltro, a dimostrazione di tale pregiudizio, i due ricorrenti non adducono questioni di danno da âvicinitasâ (ad esempio, scolo delle acque o altri disturbi al loro terreno e alle loro colture provenienti dallâimpianto fotovoltaico), bensĂŹ tematiche di carattere generale, quali lâimpatto sul microclima o il ridimensionamento delle aree agricole destinate alle colture – cagionati, a loro dire, dal proliferare di impianti fotovoltaici – che rimangono lontane da una dimostrazione di un concreto âvulnusâ alla loro sfera giuridica e che quindi non giustificano il loro intervento in giudizio.
In particolare, poi, è rimasta totalmente indimostrata in tutti i suoi elementi, lâasserita compromissione della possibilitĂ per Giuseppe Guarise di esercitare il âdiritto di prelazioneâ sullâacquisto di terreni agricoli limitrofi, a causa dellâaumento dei prezzi di vendita degli stessi. E, dâaltra parte, le amministrazioni resistenti hanno fondatamente obiettato che lâaumento del valore dei terreni agricoli comporterebbe, piuttosto, un vantaggio per Giuseppe Guarise, proprietario fondiario.
Con riferimento, invece, alla posizione della Federazione Coldiretti, la difesa della parte ricorrente ha rappresentato come questâultima organizzazione abbia quale finalitĂ statutaria la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione dellâattivitĂ agricola e che lâinsediamento indiscriminato su aree agricole degli impianti fotovoltaici è causa di danni per tutta la categoria degli agricoltori. Tali danni sarebbero costituiti, in particolare, dal âcostante ridimensionamento delle aree agricole destinate alle colture, dal progressivo aumento dei prezzi dei terreni agricoli, con conseguente delocalizzazione della stessa attivitĂ agricola ed un progressivo disincentivo allo sviluppo agricolo del territorioâ.
Ritiene il Collegio che anche in tal caso vengano prospettate piĂš delle generiche petizioni di principio che una dimostrata ed effettiva compromissione degli interessi dei coltivatori diretti.
Infatti, non vi è alcuna dimostrazione dellâaumento dei prezzi dei terreni agricoli, nĂŠ alcuna indagine che attesti lâentitĂ del denunciato fenomeno di âcostante ridimensionamento delle aree destinate allâagricolturaâ cagionato dallâinstallazione âindiscriminataâ degli impianti fotovoltaici in dette aree.
Inoltre, la riduzione dei terreni destinabili alle colture agricole che si potrebbe astrattamente apprezzare, in alcuni casi, in un ristretto ambito territoriale, non è certo una conseguenza delle delibere di giunta impugnate (che peraltro dettano disposizioni solo procedurali e organizzative in materia di autorizzazione allâinstallazione di impianti fotovoltaici) e dei conseguenti provvedimenti autorizzatori del tipo di quello oggi impugnato, bensĂŹ, semmai, della stessa scelta di incentivare la produzione di energia pulita effettuata a livello nazionale e prima ancora europeo; potendo, difficilmente, gli impianti fotovoltaici essere collocati altrove rispetto alle aree agricole che, per la loro conformazione, presentano una naturale idoneitĂ ad ospitare pannelli fotovoltaici (tolte le aree agricole rimarrebbero, infatti, solo le aree industriali, le cave dismesse o i siti contaminati).
Non a caso il comma 7 dellâart. 12 del Dlgs n. 387/03 prevede che gli impianti in oggetto âpossono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici. Nell’ubicazione si dovrĂ tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversitĂ , cosĂŹ come del patrimonio culturale e del paesaggio ruraleâ.
Anche nelle âlinee guida per lâautorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabiliâ, dettate dal D.M. 10 settembre 2010 (successivo allâautorizzazione impugnata), si fa divieto alle Regioni di considerare le aree agricole, in quanto tali, non idonee allâinstallazione di impianti fotovoltaici, mentre, lâindividuazione della non idoneitĂ dellâarea deve essere operata dalle Regioni attraverso âunâapposita istruttoria avente ad oggetto la ricognizione delle disposizioni volte alla tutela dellâambiente, del paesaggio, del patrimonio storico â artistico, delle tradizioni agroalimentari locali, della biodiversitĂ e del paesaggio rurale che identificano obiettivi di protezione non compatibili con lâinsediamento, in determinate aree, di specifiche tipologie e/o dimensioni di impianti..â.
Da tale contesto normativo emerge, dunque, una naturale compatibilitĂ della destinazione agricola dei fondi con lâinstallazione e lâesercizio degli impianti alimentati da fonti rinnovabili.
SpetterĂ poi alle Regioni (oggi che sono state adottate le predette linee guida) ed ai Comuni, nellâesercizio della propria discrezionalitĂ in materia di governo del territorio, rispettivamente, lâindividuazione di aree c.d. non idonee, da una parte, e di quelle specificamente destinate ad impianti, dallâaltra. Fermo restando, tuttavia, che, in assenza di unâespressa previsione localizzativa nel PRG comunale, comâè nel caso di specie, gli impianti fotovoltaici possono essere localizzati in tutte le zone agricole del territorio comunale.
Ne consegue, dunque, lâassenza di una posizione dâinteresse qualificato e differenziato anche in capo alla Coldiretti, non ricevendo, i suoi associati, alcun concreto pregiudizio alla loro sfera giuridica per effetto delle delibere della Giunta impugnate e dellâ autorizzazione allâinstallazione dellâimpianto in questione. In particolare, la dedotta compromissione dello sviluppo e della valorizzazione dellâattivitĂ agricola conseguente allâinsediamento su aree agricole degli impianti fotovoltaici, anche se fosse effettivamente comprovata, non potrebbe certo essere ritenuta una conseguenza dei provvedimenti in questa sede impugnati.
Pertanto, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per difetto di legittimazione attiva dei ricorrenti.
Le spese di lite seguono la soccombenza e vengono liquidate in dispositivo.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Seconda)
definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo dichiara inammissibile per difetto di legittimazione attiva dei ricorrenti;
Condanna i ricorrenti, in solido, a rimborsare alle parti resistenti le spese di lite, che si liquidano per ciascuna di esse in ⏠1.500,00 oltre oneri accessori.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autoritĂ amministrativa.
CosĂŹ deciso in Venezia nella camera di consiglio del giorno 7 novembre 2012 con l’intervento dei magistrati:
Amedeo Urbano, Presidente
Alessandra Farina, Consigliere
Nicola Fenicia, Referendario, Estensore
L’ESTENSORE
IL PRESIDENTE
DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 23/11/2012
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)