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Dossier - Energia

di: Fulvio Conti Guglia

        

 

Sommario:                                                                                                                     

INTRODUZIONE

 LA PRODUZIONE DELL'ENERGIA                                               

I DANNI PRODOTTI DAL BISOGNO DI ENERGIA

UN FUTURO CON UN NUOVO STILE DI VITA

 


 

INTRODUZIONE:

CONVEGNO SULL'ENERGIA TENUTESI NELLA SCUOLA ELEMENTARE DI AQUEDOLCI - 1997-

Il problema della produzione e del consumo dell’energia elettrica si pone al giorno d’oggi con maggiore peso ed interesse rispetto al passato più recente.

I problemi ecologici legati all’effetto serra, all’inquinamento di suolo e acqua, che prima apparivano lontani, mostrano con forza gravi conseguenze che vanno dall’aumento della temperatura del globo terrestre, ormai ampiamente documentato, alla difficoltà di reperire sorgenti d’acqua potabile.

Non di rado le cause di tanto gravi conseguenze, oltre che all’attività industriale, sono strettamente legate alla produzione di energia elettrica tramite lo sfruttamento di idrocarburi e la combustione di carbon fossile, da cui si generano enormi quantità, oltre che ad esempio di anidride solforosa e di idrogeno solforato, di anidride carbonica, responsabili proprio, come è noto, del temibile effetto serra, e delle piogge acide con nocumento, tra l’altro, ai monumenti storici ed artistici costruite con rocce calcare (es. i templi greci).

Gli effetti sull’ambiente, oggi, risultano ancora più preoccupanti, rispetto alla impossibilità di rinnovare le risorse, che pure fino a pochi decenni fa sembrava essere il problema più grave legato alla produzione di energia elettrica. Ecco perché appare sempre più opportuno ricorrere a fonti alternative, non solo dal punto di vista della rinnovabilità, ma, essenzialmente, dal punto di vista del minore impatto ambientale possibile. Vento, sole, acqua, potrebbero essere sufficienti, secondo studi di un certo rilievo, a soddisfare i nostri bisogni energetici, eppure, a livello europeo, essi forniscono un contributo che raggiunge appena il 6%.

E’ assai preoccupante che la tecnologia in questi settori non sia riuscita a crescere con lo stesso ritmo che seguono gli altri rami della scienza e della tecnica: solo questo basta a dimostrare come al raggiungimento dell’obbiettivo del pieno sfruttamento di tali fonti si frappongano barriere di varia natura, prima fra tutte economico\finanziaria, ma anche politico\legislativa, infrastrutturale e informativa. Secondo gli studi dell’Unione Europea, evidenziati dal recente Libro Verde, potenziando l’impegno politico a livello comunitario, nazionale e regionale, sarebbe possibile elevare la quota di mercato delle rinnovabili al 12,5% per il 2010.

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1. LA PRODUZIONE DI ENERGIA:    ^

I paesi industrializzati aumentano quotidianamente il bisogno di prodotto energetico, prodotto un tempo assicurato da due combustibili fondamentali, legno e carbone, mentre oggi le materie prime per la produzione di energia sono notevolmente diversificate. Con questi ritmi di crescita economica-industriale è davvero impossibile quantificare quale sarà il fabbisogno futuro di energia, e la conseguente necessità rende imprevedibili i rischi di una produzione non sperimentata.

Il carbone, il petrolio e i gas naturali sono combustibili di origine animale e vegetale, a di disponibilità limitata:

a) IL CARBONE: E’ stato per più di un secolo (700) la fonte primaria di produzione di energia coprendo più del 95% del fabbisogno mondiale. Il suo declino è sicuramente imputabile alla concorrenza di altre fonti quali il petrolio, i gas naturali e l’energia idroelettrica.

b) IL PETROLIO: E’ il combustile per antonomasia: ha attualmente il predominio su tutti gli altri combustibili, anche grazie al suo altissimo contenuto energetico (10800 Kcal x Kg), e alla relativa facilità della sua estrazione. Ma anche per questo combustibile si prevede l’esaurimento verso la metà del nuovo secolo.

c) I GAS NATURALI: Giacimenti sono stati trovati persino in Sicilia (oltre a quelli di petrolio), ma queste riserve si esauriranno molto precocemente.

ALTRE FONTI D'ENERGIA SONO:

d) L’ENERGIA IDROELETTRICA: Grazie alla presenza di fiumi ed alti rilievi montuosi che permettono la formazione di bacini idrici in quota, il nostro Paese ha derivato circa il 50% di energia dallo sfruttamento delle centrali idroelettriche. Il (PEN) Piano Energetico Nazionale prevede l’incremento di tale fonte, mediante la costruzione di piccoli impianti idroelettrici.

e) L’ENERGIA NUCLEARE: Viene attualmente prodotta mediante fissione. Questo procedimento consiste nel bombardare con dei neutroni gli atomi di certi elementi pesanti (generalmente l’uranio); la rottura del nucleo, con la conseguente liberazione di altri neutroni, genera una reazione a catena e sviluppa energia sotto forma di calore, il quale, immesso in una turbina produce energia elettrica. Questi reattori comportano problemi di costi elevati, ambientali e di sicurezza, per i quali non è stata trovata una soluzione. La catastrofe di Chernobyl ed altre, ai più sconosciute, sono l’esempio palese che la via del nucleare è pericolosissima (infatti ancora oggi diverse generazioni pagano le conseguenze di quel disastro). Si pensi che un reattore nucleare dopo 50 mila anni ha perso solo tre quarti della radioattività che rimane ancora letale. Gli effetti del plutonio durano per circa 9 milioni di anni.

f) L’ENERGIA SOLARE: Ogni anno qualsiasi casa viene irradiata da una quantità di energia solare superiore al consumo energetico totale della casa stessa. L’alto costo delle attrezzature per produrre energia solare oggi, non permette a questo tipo di energia di affermarsi come dovrebbe. Eppure è sotto gli occhi di tutti l’affidabilità e l’economicità ormai rodata anche nel funzionamento della calcolatrice solare Un’altra via per lo sfruttamento del sole è la conversione termodinamica, ovvero la trasformazione delle radiazione solare in calore, della successiva trasformazione del calore in energia meccanica e quindi elettrica. La prima centrale di questo tipo che è entrata in funzione nel mondo è l’impianto di Adrano in Sicilia. Sempre in Sicilia, si trova un impianto fotovoltaico, che sfrutta la proprietà del silicio di generare direttamente energia elettrica, quando viene colpito dai raggi solari. Nonostante i notevoli progressi compiuti in questi anni, rimangono, chissà per quale volontà sotterranea, oscure le ragioni degli esigui finanziamenti indirizzati verso questo settore.

g) L’ENERGIA GEOTERMICA: tutti sanno che la temperatura degli strati più profondi della crosta terrestre è superiore a quella che si registra in superficie, essa aumenta di 1° ogni 30 metri di profondità, e anche più nelle zone geologicamente attive. E’ una fonte di energia non rinnovabile, in quanto il tasso di estrazione è superiore al tasso di rigenerazione. Sembra che l’origine (tesi controversa) di tale calore sia dovuto a decadimenti degli elementi radioattivi presenti nelle rocce. Gli unici sistemi attualmente sfruttati su scala industriale sono quelli idrotermali, che possono essere a vapore dominante o ad acqua dominante. I primi sono più adatti alla produzione di energia elettrica in quanto il vapore estratto viene direttamente immesso in turbina. I secondi sono quelli utilizzati già ai tempi dei Romani ai giorni nostri per fini terapeutici. In Islanda, per esempio, tale energia è molto utilizzata, infatti buona parte delle abitazioni sono riscaldate con energia geotermica.

h) L’ENERGIA EOLICA: il vento rappresenta una fonte di energia pulita e rinnovabile, che può rivelarsi, a breve termine concorrenziale rispetto alle fonti tradizionali. Essa è infatti facilmente trasformabile in energia elettrica. I meccanismi eolici funzionano infatti con lo stesso principio dei tradizionali mulini a vento, un tempo molto diffusi per la molitura del grano e per il pompaggio dell’acqua dai pozzi. L’energia eolica è proporzionale al cubo della velocità del vento: se la velocità raddoppia, cioè, l’energia aumenta di 8 volte.

i) L’ENERGIA DELLE MAREE: Già nell’antichità si cercò di sfruttare questo tipo di energia, mediante la costruzione di "mulini a marea". L’acqua veniva raccolta, durante il flusso, in un piccolo bacino, che veniva in seguito chiuso con una paratia. Al momento del deflusso l’acqua veniva convogliata attraverso un canale verso una ruota che muoveva una macina. Oggi esistono diversi progetti di sfruttamento delle maree, che comportano metodi diversi di sfruttamento dell’energia:

  1. sollevamento di un peso in contrapposizione alla forza di gravità;

  2. compressione dell’aria;

  3. movimento di ruote a pale;

  4. riempimento di bacini e successivo svuotamento immesso in turbine.

Quest’ultimo sembra dare i migliori risultati, sul reale impiego. Ma il problema più importante resta comunque, quello delle maree che pur seguendo le fasi lunari e solari (in un certo senso prevedibili) non sempre coincidono con la richiesta i tempi di produzione. Infatti nei giorni di assenza di movimento d’acqua la produzione di elettricità cesserebbe. In Francia nei pressi di Saint Malo esiste un grosso impianto di questo genere.

e) L’ENERGIA DEL MOTO ONDOSO: Potenzialmente l’energia delle onde potrebbe contribuire in modo significativo al fabbisogno di energia, essa è infatti una valida sorgente di energia soprattutto nei paesi prospicienti all’oceano. In Inghilterra sono stati brevettati oltre 350 progetti per l’estrazione dell’energia dalle onde il "Braccio Galleggiante o Anatra" e quello delle "Pompe a Stantuffo situate su zattere galleggianti" sino ad oggi sono i più efficaci. E’ necessario quindi studiare nuovi progetti per rendere sfruttabile questa significativa fonte di energia.

l) L’ENERGIA DA BIOGAS E BIOMASSE: Questi tipi d’impianti funzionano con il concime animale, gli escrementi umani i rifiuti e i residui dei raccolti. Fatti fermentare in un contenitore ermetico, producono un gas ricco di metano. Tale gas è prodotto in modeste quantità può essere utilizzato anche per produrre energia. I residui si possono usare senza alcun pericolo in agricoltura come fertilizzanti.

m) L’ENERGIA PRODOTTA DAGLI INCENERITORI DELLA TERZA GENERAZIONE "CENTRALE TERMOELETTRICA": E’ veramente l’ultimo eco-business che sostituisce le discariche con veri e propri inceneritori, oltre ad arricchire chi li costruisce arricchisce chi li gestisce (almeno per i primi 8 anni di funzionamento grazie alla delibera del CIP n. 6 del 1992 che consente agli autoproduttori di energia elettrica da rifiuti di cedere all’Enel il Kwh a circa 270 lire contro un normale costo di 90 lire a kwh).L’energia prodotta è veramente irrisoria, tutt’altro che irrisorio è invece l’inquinamento prodotto dai fumi di combustione e dalle ceneri tossiche a cui lavoratori e popolazioni limitrofe sono esposti.

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2. I DANNI PRODOTTI DAL BISOGNO DI ENERGIA:

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a) LE PIOGGIE E I VENTI ACIDI: A provocare le piogge acide (compresi neve e nevischio) sono soprattutto gli ossidi di zolfo e di azoto scaricati nell’atmosfera. Tali ossidi sono emessi dalle centrali elettriche, dalle caldaie industriali e dagli altiforni. I gas usciti dalle ciminiere sono catturati dai venti, e mentre vengono trasportati in alto, si trasformano in soluzioni diluite di acido solforico e acido nitrico. Quando scendono sotto forma di piogge acide, hanno effetti terribili sugli ecosistemi. L’acqua acidificata priva il terreno di sostanze nutritive essenziali per le piante, e rende attivi i metalli pesanti come il cadmio e il mercurio, contaminando le riserve di acqua potabile, i mari, i laghi e la flora e fauna esistente sulla terra.

b) SURRISCALDAMENTO DEL PIANETA: Aumento delle acque per effetto dello scioglimento dei ghiacci, aumento delle temperatura terrestre con conseguente modificazione degli ecosistemi.

c) CAMPI ELETTROMAGNETICI: E' ormai scientificamente comprovata l'alta nocività dei CAMPI ELETTROMAGNETICI provocati dalle linee e cabine ad alta tensione. Alcuni stati, tra cui Stati Uniti, Svezia, Danimarca e Canada, hanno accertato attraverso degli studi commissionati ad hoc che i campi elettromagnetici provocano diverse tipologie tumorali, patologie come leucemia, malformazioni genetiche, depressione, ansie, isterie, ecc. e che in special modo colpiscono i bambini.

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3. UN FUTURO CON UN NUOVO STILE DI VITA:

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Ormai da tempo si pensa che il modo migliore per produrre energia, più economico e più facile è quello di una utilizzazione intelligente della stessa. La proposta del W.W.F. può essere espressa con il "Modello delle quattro R": Riduci, Ripara, Riusa, Ricicla. Questo stile di vita, che dovrebbe coinvolgere, cittadini-consumatori, amministratori-industrie, si basa sull’abbandono dei beni usa e getta che hanno caratterizzato il recente periodo consumistico. Infatti, utilizzando meglio individualmente i beni a nostra disposizione non soltanto è possibile un globale risparmio energetico, ma è altresì conseguenziale una più razionale gestione delle materie prime è una riduzione dei milioni di tonnellate dei rifiuti che ogni anno direttamente o indirettamente produciamo.

  1. RICICLAGGIO: I vantaggi del riciclaggio sono ormai noti da tempo. Limitandoci a risparmio energetico che da esso deriva basterà, a titolo esemplificativo, citare alcuni dati:

In tutti questi casi, sarebbe più corretto parlare di DECICLAGGIO, poiché per riciclaggio dovrebbe intendersi il riutilizzo dello stesso prodotto. Questo è quanto accadeva in passato, quando per le bottiglie di vetro si faceva ricorso al vuoto a rendere. Naturalmente il riciclaggio inteso in questo senso permette un risparmio di energia e di risorse ancora più elevato.

Un interessante passo in avanti è stato compiuto recentemente dal Decreto Legislativo 5.02.1997, n° 22, attuativo di diverse Direttive Comunitarie, che disciplina rifiuti e imballaggi. Questo ha previsto il graduale raggiungimento, per i Comuni, della percentuale minima del 35% di rifiuti da avviare alla raccolta differenziata entro il 2000.

  1. RISPARMIO ENERGETICO: Da quanto brevemente esposto appare evidente, che il risparmio energetico attraverso meccanismi tecnologici e metodiche umane, è l’unica soluzione per creare progresso limitando i danni che esso come abbiamo inconfutabilmente dimostrato comporta. Sta a noi scegliere sul destino del nostro pianeta e sul future delle generazioni avvenire. Ciò che faremo alla terra faremo a noi stessi, e per questo motivo mi piace concludere ricordando la frase del Capo indiano Seattle :

" Noi sappiamo che la terra non appartiene

all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra.

Questo sappiamo. Tutte le cose sono collegate

come il sangue che unisce una famiglia.

Tutto è connesso.

Quello che accade alla terra accade ai figli della terra.

L’uomo non ha tessuto la trama della vita,

in essa egli non è che un filo,

qualsiasi cosa egli faccia alla trama

la fa a se stesso."

 

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  • WWF ITALIA SEZIONE NEBRODI ORIENTALI Tortorici